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Categoria: Riflessioni

Home / Riflessioni
13Giugno
2025

Nel nome della Trinità /C

13 Giugno 2025
Riflessioni
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Domenica 15 giugno 2025 

Spesso è la prima cosa cristiana che ci è stata insegnata da bambini: il «segno della croce» è in realtà la prima professione di fede nella santissima Trinità. Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, indissolubilmente legati da una relazione continua di compresenza, unità, amore.

Credere nella Trinità non significa però soltanto accettarne il mistero, riconoscere la divinità di Gesù Cristo, confidare nel dono dello Spirito Santo attraverso i Sacramenti della Chiesa. Significa piuttosto accogliere nella propria vita la dinamica della Trinità. Capire che noi siamo vere persone umane quando ci mettiamo in relazione con gli altri, quando riduciamo lo spazio del nostro io e facciamo tesoro della ricchezza altrui, senza rimanere ancorati a ciò che abbiamo, siamo e sappiamo, che trova un senso migliore e maggiore quando è donato a chi ci circonda.

Essere cristiani «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» significa realizzare con la propria vita l’amore creativo e incondizionato del Padre; la fede, la giustizia e la carità del Figlio; la verità, la fantasia e la vitalità dello Spirito Santo. Significa fare tesoro del passato, operare senza timori nel presente e dare al futuro lo spazio per essere migliore. Significa sapere con certezza che non siamo mai soli, abbandonati a noi stessi, impossibilitati a raggiungere pace e felicità.

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05Giugno
2025

Lo Spirito, respiro di Dio – Pentecoste/C

5 Giugno 2025
Riflessioni
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Domenica 8 giugno 2025 

Definire lo Spirito Santo o tracciarne un identikit è, a stretto rigor di termini, una missione impossibile. Se Dio è di per sé un mistero, lo Spirito per sua natura è inafferrabile. Per questo la Bibbia stessa ricorre a svariate immagini per indicarne l’azione.

Lo Spirito è come un vento impetuoso, irrompe nelle vite delle persone improvviso e incontenibile, forte e potente. Lo Spirito è come un fuoco che divampa, brucia ciò che è male e scalda ciò che è freddo. Lo Spirito è colui che consente di comunicare con chi è diverso, straniero, lontano, perché è voce universale, che unisce, guarisce, risana ogni ferita che ci ha portati lontani dalla verità e dal bene, lontani da Dio.
Lo Spirito è il respiro della vita, è il movimento del tempo che scorre, è l’intuizione del cuore che emerge, è la forza che ci consente di superare le barriere in noi e attorno a noi.

Lo Spirito è il motore di ogni ricerca, il seme della curiosità, della meraviglia e della fantasia, la bellezza che cerca lo spazio per risplendere della luce infinita di Dio.
Lo Spirito è il dono più grande di Dio: colui che in ogni luogo e in ogni tempo ci è accanto, ci assiste e ci sostiene; colui che ha per noi frutti di «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, dominio di sé» (Galati 5,22); colui che ci rende pienamente figli di Dio, e attraverso il quale possiamo gridare a Dio «Abbà, Padre» e sentirlo davvero così.

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31Maggio
2025

Ora tocca a voi – Ascensione del Signore /C

31 Maggio 2025
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Domenica 1 giugno 2025 

L’Ascensione al cielo del Risorto può lasciare perplesso l’uomo ra-zionale ed efficientista del nostro tempo. Se Cristo risorto fosse rimasto tra noi, vivente e immortale, certo sarebbe stato più con-vincente sulle opportunità della fede. Non sarebbe bastata qual-che apparizione, a macchia di leopardo, o un faccia a faccia con i grandi leader della storia per evitare un bel po’ di guerre, distru-zioni, sofferenze? Chissà.
Sicuramente non è questa la mentalità del Dio cristiano, che si guarda bene dal ridurre la portata del libero arbitrio umano. Il suo abbraccio stringe, ma non costringe.

I racconti dell’Ascensione sono accompagnati dall’ultimo invito ai discepoli di essere suoi missionari, di «predicare a suo nome la conversione e il perdono dei peccati» fino ai confini del mondo; ma soprattutto di vivere in se stessi la via che Cristo ha indicato, come scrive la lettera agli Ebrei, «con cuore sincero, nella pienez-za della fede», della speranza e della carità.
Come recita una famosa preghiera del XIV secolo, «Cristo non ha più mani, ha soltanto le nostre mani per fare oggi le sue opere. Cristo non ha più piedi, ha soltanto i nostri piedi per andare oggi agli uomini… Cristo non ha più forze, ha soltanto le nostre forze per guidare gli uomini a sé. Cristo non ha più vangeli che essi leg-gano ancora, ma ciò che facciamo in parole e opere è l’evangelo che lo Spirito sta scrivendo».

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23Maggio
2025

Dio dimora in chi ama – VI Domenica di Pasqua /C

23 Maggio 2025
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Domenica 25 maggio 2025 

Il Vangelo di oggi ci regala una splendida sintesi del cristianesimo.
Il messaggio che Gesù è venuto a portare non è suo, ma di Dio. Non c’è messaggio più importante, più vero, più bello.
Dio è Amore, eterno e infinito. È un Padre «più grande» del Figlio, nonostante Gesù abbiamo mostrato un amore immenso dando la vita stessa per i propri amici. Ma l’amore di Dio è così grande che tiene dentro sé tutti gli amori del mondo.

L’approdo di ogni essere vivente, Gesù compreso, alla conclusione della vita terrena, è presso il Padre. Non ci può essere posto migliore. Il rovescio della medaglia di ogni lutto, umanamente comprensibile per la sofferenza del distacco, è la consolazione di pensare la persona cara nella gioia dell’incontro con il Padre.

Gesù non ci ha lasciati soli, perché lo Spirito Santo è il nostro assistente, ci guida alla verità ricordandoci il suo messaggio e ammaestrandoci nelle questioni che si pongono nella nostra vita.
Se siamo capaci di amare, il divino ha dimora in noi. Che onore e responsabilità!
La prova e il frutto di questa vicinanza è la pace, che cancella turbamenti, timori e paure. «La paura bussò alla porta. La fede andò ad aprire. Non c’era nessuno».

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16Maggio
2025

Amatevi gli uni gli altri – V Domenica di Pasqua /C

16 Maggio 2025
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Domenica 18 maggio 2025 

Quando una squadra di calcio vince il campionato, nell’anno seguente porta lo scudetto cucito sulle proprie maglie. È il suo segno di riconoscimento, di distinzione, ma anche la gloria dei suoi giocatori, fieri della vittoria e della propria appartenenza alla squadra.

Qualche teologo sostiene che lo «scudetto» del cristiano sia rappresentato da questa frase del Vangelo odierno: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Sembrerebbe che per Gesù contino fino a un certo punto i proclami, la frequentazione o i colori sociali appuntati sul petto. Ciò che identifica (o dovrebbe identificare) i cristiani è l’amore che vivono tra di loro: la capacità di fare comunità, di aiutarsi a portare i pesi gli uni degli altri, di confermarsi nella fede seguendo la saggezza degli anziani, di affidarsi al Signore nella preghiera, come suggerisce la lettura degli Atti degli Apostoli.

Ciò che glorifica Dio Padre è che i suoi figli siano capaci di vivere il suo amore. È successo a Gesù, e, come suo testamento, lo chiede ai suoi discepoli. Ogni comunità locale quest’oggi dovrebbe farsi un serio esame di coscienza: davvero chi è più lontano dalla fede può riconoscere i seguaci di Gesù da come vivono l’amore e si sostengono gli uni gli altri?

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09Maggio
2025

Nelle mani del Padre – IV Domenica di Pasqua /C

9 Maggio 2025
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Domenica 11 maggio 2025 

Il messaggio di questa domenica del tempo pasquale ci vuole riempire di fiducia: siamo nelle mani di Dio, e non ci potrebbe essere posto migliore. Perché Dio è Padre, asciuga le lacrime dagli occhi dei suoi figli e li protegge da ogni nemico, che non potrà prevalere: nessuno, infatti, può strapparci da lui.

Se nella vita terrena ci possono essere fatiche e bisogni, fame e sete di beni, di affetti, di interiorità, davanti all’Agnello sovrano dell’universo (Cristo Gesù) non avremo problemi, perché egli sarà lì per condurre il suo gregge «alle fonti delle acque della vita», presso Dio.
Il nostro grande dubbio può essere: ma noi faremo parte di questo gruppo? Sembrerebbe che soltanto noi abbiamo il potere di escluderci. Nessun nemico sarà più forte di Dio, ma il suo potere si dissolve davanti alla libertà che ci dona.

Tocca a noi ascoltare la voce del buon pastore Gesù, seguire i suoi atteggiamenti e le sue scelte. Tocca a noi, come scrive l’Apocalisse, «prestargli servizio giorno e notte nel suo tempio». Se pensiamo che il nuovo tempio, per Gesù, è il suo corpo (Giovanni 2,21), e lui è presente nei piccoli che hanno avuto fame e sete, sono stati forestieri e nudi, malati e carcerati (Matteo 25,40), l’unico grande requisito è aver imparato ad amare i propri fratelli (cioè tutti gli esseri umani) come li ama l’unico Padre, Dio.

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03Maggio
2025

Gesù ci attende sulla riva – III Domenica di Pasqua /C

3 Maggio 2025
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Domenica 4 maggio 2025 

Che ci crediamo o no, Gesù ci attende sempre sulla riva della vita. Per noi ha un fuoco acceso, il calore della pace e di un abbraccio. Ha il nutrimento per il corpo, il cuore, la mente e l’anima. Ha la conferma che la risurrezione c’è, in ogni vita, in ogni tempesta, in ogni situazione, in ogni istante.
Se lo vogliamo ascoltare, lui ha i suggerimenti migliori, sa dove pescare ciò che è bene per noi, e la sua rete non si squarcerà mai. Tocca però a noi muoverci nella sua direzione, come Pietro non indugiare, tuffarci in acqua e andare da lui.

Come indica l’Apocalisse, Gesù (l’Agnello) è colui che svela il senso profondo della storia: un percorso dove Dio raccoglierà l’umanità e la condurrà alla pienezza, a immagine di colui che è «degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione»: il mite agnello che ha saputo consegnarsi per amore.

Non ci stupisce dunque che l’unico requisito che Gesù risorto chiede a Pietro per confermargli la guida della Chiesa è proprio l’amore. Amore nei confronti del Cristo, amore nei confronti del suo gregge, amore nei confronti di se stesso. Pietro ha attraversato le brutte acque del tradimento, del peccato, della sconfitta. Ma ha saputo raggiungere la riva, ritrovare entusiasmo, convinzione, dedizione per il Maestro. Facciamolo sempre anche noi.

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25Aprile
2025

Credere non è vedere – II Domenica di Pasqua /C

25 Aprile 2025
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Domenica 27 aprile 2025 

Quanto è vicino, Tommaso, alla mentalità dell’uomo moderno!
Vedere, toccare, sentire, sperimentare, avere le prove, essere certi… altrimenti quella cosa non esiste o non ci tocca, in particolare se siamo giovani.
Col tempo e l’età che cambia è più facile rendersi conto che le nostre percezioni sono limitate, anche quelle del più grande scienziato del mondo, perennemente alla ricerca di una verità che, tutta intera, pare inafferrabile.

Se non mettessimo in campo la virtù della fiducia (in ciò che ci trascende, negli altri e persino in noi stessi) la nostra vita sarebbe assai povera. Non ci metteremmo in strada per paura di un’imperizia altrui, non scommetteremmo sulle relazioni e sui legami, non usciremmo mai dai nostri confini. Probabilmente perderemmo il bello dell’esistenza.

Tommaso, detto Didimo (= gemello, doppio), non solo non si fida delle promesse di Gesù, ma neppure della testimonianza dei suoi amici. Quando se lo ritrova davanti, Gesù non lo maledice e neppure gliene fa una colpa. Piuttosto chiama beati quelli che credono senza aver visto.
La fiducia rende la vita migliore, più semplice, più dignitosa. Certo, si corre il rischio di qualche amara delusione, soprattutto se abbiamo un’accesa sensibilità. Ma quanto ci perdiamo, a dimenticare chi ci consente di respirare e ci porta nel suo Cuore.

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18Aprile
2025

Ho fatto Pasqua – Domenica di Pasqua /C

18 Aprile 2025
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Domenica 20 aprile 2025 

Cosa significa «fare Pasqua», per noi, oggi? Una pausa, una vacanza, una festa? Una ricorrenza, un’Eucarestia, un pensiero? Un annuncio incredibile, una vaga speranza, una prospettiva di vita? Un cambiamento importante, un appoggio decisivo, la roccia su cui fondare la nostra storia? Ci sono tanti modi per vivere la Pasqua, perché l’evento della risurrezione di Cristo cozza con ciò che è razionale e si può toccare con mano. Sì, Pietro e Giovanni il «primo giorno della settimana» constatano che il sepolcro è vuoto, che il sudario è ripiegato, che le donne avevano ragione. Ma «non avevano ancora compreso la Scrittura, cioè che egli doveva risorgere dai morti».

Noi sappiamo che Gesù aveva ripetuto più volte questa certezza su di sé. Era convinto che Dio non abbandona nelle braccia della morte chi è stato pieno di vita e di amore nell’esperienza terrena. Dio è il Dio dei viventi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Elia… continuano a esistere in Lui. Per questo Pasqua è un’occasione per ripensare alla meta della vita eterna, di fronte alla quale tante preoccupazioni terrene calano di intensità, diventano relative, spengono la loro urgenza. Piuttosto, per la serenità di ogni giorno, dovremmo imparare a vivere sempre con un occhio al Cielo, nella consapevolezza che è lì che siamo destinati, e l’unico vero pericolo è quello di non farci trovare vivi all’appuntamento con Lui.

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11Aprile
2025

Le tenebre non sono per sempre – Domenica delle Palme /C

11 Aprile 2025
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Domenica 13 aprile 2025 

Nei momenti più tristi e complessi della vita, noi cristiani abbiamo la possibilità di trovare compassione, comunione e consolazione nelle pagine del Vangelo, nelle ultime ore della vita di Gesù. Quell’uomo tradito da uno dei suoi Apostoli, ma incompreso e abbandonato da tutti gli altri. Quell’uomo in preda all’angoscia dell’attesa, sconfitto come maestro perché i suoi amici scordano il suo messaggio non violento, disprezzato da chi ha un’immagi-ne diversa, magica o regale, del Messia. Quell’uomo costretto dalla propria coerenza a confermare la verità, dando una ragione inappuntabile alla condanna, in quanto auto dichiaratosi Figlio di Dio. Quell’uomo ricoperto di insulti, derisioni, violenze di ogni genere.

Quell’uomo che vede il valore della propria vita considerato inferiore a quello di un rivoltoso e omicida. Quell’uomo che viene appeso sulla croce, alla berlina dei soldati e del popolo, e passa le sue ultime ore tra sofferenze atroci; e nonostante questo ha ancora la forza di perdonare, di riempire di speranza il buon ladrone, di consegnare nelle mani di Dio il suo spirito. Quest’uomo ci ha mostrato come si può essere più forti del male, si può attraversarlo senza abbattersi ed essere sconfitti, si può conservare la fiducia e la speranza nei momenti peggiori. Fu buio su tutta la terra da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Poi la luce tornò.

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