Credere non è vedere – II Domenica di Pasqua /C
Domenica 27 aprile 2025
Quanto è vicino, Tommaso, alla mentalità dell’uomo moderno!
Vedere, toccare, sentire, sperimentare, avere le prove, essere certi… altrimenti quella cosa non esiste o non ci tocca, in particolare se siamo giovani.
Col tempo e l’età che cambia è più facile rendersi conto che le nostre percezioni sono limitate, anche quelle del più grande scienziato del mondo, perennemente alla ricerca di una verità che, tutta intera, pare inafferrabile.
Se non mettessimo in campo la virtù della fiducia (in ciò che ci trascende, negli altri e persino in noi stessi) la nostra vita sarebbe assai povera. Non ci metteremmo in strada per paura di un’imperizia altrui, non scommetteremmo sulle relazioni e sui legami, non usciremmo mai dai nostri confini. Probabilmente perderemmo il bello dell’esistenza.
Tommaso, detto Didimo (= gemello, doppio), non solo non si fida delle promesse di Gesù, ma neppure della testimonianza dei suoi amici. Quando se lo ritrova davanti, Gesù non lo maledice e neppure gliene fa una colpa. Piuttosto chiama beati quelli che credono senza aver visto.
La fiducia rende la vita migliore, più semplice, più dignitosa. Certo, si corre il rischio di qualche amara delusione, soprattutto se abbiamo un’accesa sensibilità. Ma quanto ci perdiamo, a dimenticare chi ci consente di respirare e ci porta nel suo Cuore.