Comitato Sant’Antonio

La chiesa di San Carlo viene inaugurata nel 1640; cinque anni dopo padre Berardino Biscia, il quarto dei fratelli Biscia, fattosi cappuccino e divenuto un valente oratore, torna spesso a Cave per predicare nelle chiese del suo paese.

Il 19 marzo 1645, padre Bernardino si trova per la predicazione di quaresima nella chiesa di Santo Stefano, e proprio durante l’omelia esaltando l’opera e la figura di Sant’Antonio da Padova, il popolo talmente affascinato e infervorato dalle sue parole, proclama a gran voce (“vivae vocis oraculo”) Sant’Antonio da Padova avvocato e protettore della terra di Cave.

Il notaio Cesare Astolfi, registra l’avvenimento su apposito atto.

Da allora Cave, affianca al suo patrono San Lorenzo, la figura di Sant’Antonio da Padova che diventa compatrono.

Il popolo di Cave ha sempre avuto un legame forte con la figura del Taumaturgo, le cronache del convento riportano in particolare la Festa del 13 giugno 1944, quando con la guerra appena finita e con la partenza dei soldati francesi e marocchini, una grande affluenza di popolo ringrazia il Santo per la protezione accordata nei giorni della guerra.

Il “comitato Sant’Antonio” negli anni si è occupato, in collaborazione con il parroco, della preparazione della processione che attraversa le strade del paese, della distribuzione del “pane di Sant’Antonio”; fino agli anni settanta c’era l’usanza di estrarre i nomi dei “portatori”, cioè gli uomini si iscrivevano in una lista e poi venivano estratti i nomi di coloro che avrebbero avuto l’onore di portare a spalla la statua del Santo.

Si iniziava con la raccolta delle offerte porta a porta, la gente contribuita lasciando un’offerta libera; si passava poi alla vendita delle cartelle della Tombola di Sant’Antonio, tombola che veniva estratta nella piazza antistante la chiesa; la pesca, lo stand gastronomico, i giochi popolari in piazza e i tornei di calcetto e il “Torneo di bocce”, gli spettacoli musicali e teatrali.

Negli ultimi anni la festa e le attività si sono svolte negli spazi aperti della parrocchia, nei giardini e nei campetti, per evitare di bloccare piazza e strade. Il “comitato” si occupa anche della manutenzione degli spazi esterni della parrocchia (campetti e giardini) e dello stand gastronomico pro-parrocchia in occasione della “sagra della castagna”.

Attualmente le attività sono ferme a causa della pandemia, ma il “comitato” è vivo e vegeto e collabora mettendosi a disposizione di parroco e parrocchia per le attività che possono essere svolte.

 

Bibliografia:
Antonio Mancini “Storia della chiesa e del convento di San Carlo”