2025
Ho fatto Pasqua – Domenica di Pasqua /C
Domenica 20 aprile 2025
Cosa significa «fare Pasqua», per noi, oggi? Una pausa, una vacanza, una festa? Una ricorrenza, un’Eucarestia, un pensiero? Un annuncio incredibile, una vaga speranza, una prospettiva di vita? Un cambiamento importante, un appoggio decisivo, la roccia su cui fondare la nostra storia? Ci sono tanti modi per vivere la Pasqua, perché l’evento della risurrezione di Cristo cozza con ciò che è razionale e si può toccare con mano. Sì, Pietro e Giovanni il «primo giorno della settimana» constatano che il sepolcro è vuoto, che il sudario è ripiegato, che le donne avevano ragione. Ma «non avevano ancora compreso la Scrittura, cioè che egli doveva risorgere dai morti».
Noi sappiamo che Gesù aveva ripetuto più volte questa certezza su di sé. Era convinto che Dio non abbandona nelle braccia della morte chi è stato pieno di vita e di amore nell’esperienza terrena. Dio è il Dio dei viventi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Elia… continuano a esistere in Lui. Per questo Pasqua è un’occasione per ripensare alla meta della vita eterna, di fronte alla quale tante preoccupazioni terrene calano di intensità, diventano relative, spengono la loro urgenza. Piuttosto, per la serenità di ogni giorno, dovremmo imparare a vivere sempre con un occhio al Cielo, nella consapevolezza che è lì che siamo destinati, e l’unico vero pericolo è quello di non farci trovare vivi all’appuntamento con Lui.
2025
Domenica delle Palme 2025
Nel cristianesimo, la Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua. In questo giorno si ricorda il trionfale Ingresso a Gerusalemme di Gesù, in sella a un asino e osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma.
Tante le persone che, radunate dalle voci dell’arrivo di Gesù, stesero a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi intorno, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.
Nel calendario liturgico con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana santa ma non termina la Quaresima, che finirà solo con la celebrazione dell’ora nona del Giovedì Santo, giorno in cui, con la celebrazione vespertina si darà inizio al sacro triduo pasquale.
La liturgia della Domenica delle Palme nella nostra parrocchia, proprio per ricordare Gesù che venne accolto a Gerusalemme, ha accolto tutti i fedeli in Piazza Nassirya dove i volontari hanno distribuito a tutti i ramoscelli di ulivo preparati dal gruppo Caritas e tanti aiutanti volenterosi di tutte le età. Poi tutti in processione fin dentro la Chiesa dove un canto di gioia ha accolto i fedeli.
La celebrazione della messa è continuata con la lunga lettura del Passio, ossia del racconto della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca o Matteo, a seconda dell’anno liturgico.
Il racconto della Passione viene letto da tre persone che rivestono la parte di Cristo (letta dal sacerdote), del cronista e del popolo (compresi alcuni personaggi). Il racconto è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura.
Molto toccanti le parole di Don Gerardo quando parlando della “Passione” che significa sofferenza e dolore ci ha detto che con il sacrificio di Gesù, questa parola cambia completamente significato e diventa amore infinito, donazione, generosità per la nostra salvezza.
Una celebrazione sempre molto partecipata sia in piazza che in Chiesa.
2025
Le tenebre non sono per sempre – Domenica delle Palme /C
Domenica 13 aprile 2025
Nei momenti più tristi e complessi della vita, noi cristiani abbiamo la possibilità di trovare compassione, comunione e consolazione nelle pagine del Vangelo, nelle ultime ore della vita di Gesù. Quell’uomo tradito da uno dei suoi Apostoli, ma incompreso e abbandonato da tutti gli altri. Quell’uomo in preda all’angoscia dell’attesa, sconfitto come maestro perché i suoi amici scordano il suo messaggio non violento, disprezzato da chi ha un’immagi-ne diversa, magica o regale, del Messia. Quell’uomo costretto dalla propria coerenza a confermare la verità, dando una ragione inappuntabile alla condanna, in quanto auto dichiaratosi Figlio di Dio. Quell’uomo ricoperto di insulti, derisioni, violenze di ogni genere.
Quell’uomo che vede il valore della propria vita considerato inferiore a quello di un rivoltoso e omicida. Quell’uomo che viene appeso sulla croce, alla berlina dei soldati e del popolo, e passa le sue ultime ore tra sofferenze atroci; e nonostante questo ha ancora la forza di perdonare, di riempire di speranza il buon ladrone, di consegnare nelle mani di Dio il suo spirito. Quest’uomo ci ha mostrato come si può essere più forti del male, si può attraversarlo senza abbattersi ed essere sconfitti, si può conservare la fiducia e la speranza nei momenti peggiori. Fu buio su tutta la terra da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Poi la luce tornò.
2025
Neanche io ti condanno – V Domenica di Quaresima /C
Domenica 6 aprile 2025
Gesù è per noi cristiani colui che ci svela il volto di Dio. Conosciamo la sua misericordia attraverso le parole e le opere di suo Figlio. Possiamo crederci perché abbiamo visto nella storia di quell’uomo il potere liberante della misericordia.
C’è una certa confusione su questo termine, nel linguaggio comune. Qualcuno immagina che, vista la bontà di Dio, sia piuttosto equivalente peccare o non peccare. Qualcuno pensa che, dati i limiti umani, sia inutile lottare contro i vizi e impegnarsi per la realizzazione di un mondo migliore. Di fatto svilisce il peso dei propri sbagli sulle altre persone.
Gesù non nega né giustifica il peccato della donna adultera. Anzi, le intima di non peccare più. Di fronte alla domanda di scribi e farisei che gli chiedono un parere sulla Legge di Mosè, Gesù non la corregge. Non è in discussione quel peccato: come Dio non ha tradito il suo popolo, gli esseri umani non tradiscano il meraviglioso patto che costruisce una nuova famiglia.
Gesù sembra prendere tempo. Scrive nella terra polverosa della città, si mette in ascolto delle fatiche di quella persona che ha sbagliato, si chiede se quella condanna estrema e definitiva (la morte per lapidazione) sia davvero la volontà del Padre. La misericordia non cancella la giustizia, semmai mette di fronte alla verità: ha diritto di eseguire la condanna chi non ha mai peccato. Sappiamo che non si trovò nessuno.
2025
Celebrazione Domenica Laetare e conclusione del corso prematrimoniale!
Domenica 30 marzo quarta domenica di Quaresima, una domenica speciale che prende il nome di domenica Laetare.
La parola latina «Laetare» significa «Rallegrati», e questo invito alla gioia risuona in modo particolare nel cuore del nostro cammino quaresimale e con gioia la comunità ha accolto 13 coppie che hanno concluso il corso prematrimoniale preparatorio al Sacramento del Matrimonio e hanno partecipato alla celebrazione delle 18,30.
Come un viaggiatore che intravede la meta dopo un lungo percorso, anche noi oggi siamo invitati a sollevare lo sguardo e a pregustare la gioia piena della Pasqua.
E in questa domenica il Vangelo che abbiamo ascoltato una delle parabole più belle e commoventi di tutta la Scrittura: la parabola del Padre misericordioso in questa Quaresima, la Chiesa ci ricorda che la vera gioia (laetitia) nasce non dalle nostre perfezioni, ma dall’abbraccio del Padre.
Il rosa dei paramenti è un invito a non lasciarci schiacciare dal peso delle nostre fragilità, ma a fidarci della misericordia che ridona vita. Come il figlio minore, siamo chiamati a «rientrare in noi», a riconoscere i nostri deserti. Come il padre, siamo invitati a fare festa per chi ritorna, senza risentimenti.
La parabola del figliol prodigo è un messaggio di speranza potente per tutti noi, specialmente in questo tempo di Quaresima. Essa ci ricorda che non importa quanto ci siamo allontanati da Dio, quanto abbiamo sbagliato, il suo amore e la sua misericordia sono sempre pronti ad accoglierci. La porta della sua casa è sempre aperta e questa domenica ci invita proprio a questo: a gioire per la certezza dell’amore di Dio, un amore che ci perdona, ci rialza e ci restituisce la dignità di figli e ci ricorda che la Quaresima non è solo un tempo di penitenza, ma anche un cammino verso la gioia del perdono e della riconciliazione. Dio ci attende sempre, pronto ad abbracciarci e a far festa per noi.
L’ augurio che tutta la comunità fa a queste 13 coppie è che lascino che la tenerezza di Dio li rivesta di speranza e che si lasciano avvolgere dalla misericordia del Padre e, come il figliol prodigo, decidano di alzarsi e di tornare alla casa del Padre, certi che lì troveranno un abbraccio pieno di gioia e di perdono.
A termine della celebrazione Don Gerardo ha consegnato alle coppie l’attestato di partecipazione è il prezioso dono della Bibbia e poi i festeggiamenti con la classica “Pizza” tutti insieme!!!