Tutti possono e devono crescere  – XI Domenica del tempo ordinario
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Una delle verità più forti e prorompenti della parola di Dio è la constatazione che «i primi saranno ultimi e gli ultimi saranno i primi». Così Ezechiele nella prima lettura profetizza che il Signore «umilia l’albero alto e innalza l’albero basso». Così Gesù paragona il regno di Dio al granello di senape che è «il più piccolo di tutti i semi» ma diventa «più grande di tutte le piante dell’orto».
È possibile che Dio si diverta a capovolgere la realtà? O piuttosto non voglia suggerirci che tutti dobbiamo crescere in questa vita, e lo facciamo soltanto se siamo aperti all’apprendimento, al cambiamento, alle novità? Insomma, se non siamo troppo occupati a bearci dei nostri risultati, ma continuiamo a credere che tutti ci possono insegnare qualcosa?
Chi è primo, se è sincero, deve riconoscere che non lo deve esclusivamente a se stesso. È partito da un talento ricevuto che ha meritevolmente coltivato con cura. Ma quest’opera è legata a strumenti e opportunità che ha ricevuto e che non sono di tutti.
Chi è primo, se è sincero, deve riconoscere che non lo è in tutti i campi. Quando avrà la fortuna di sentirsi ultimo in certi aspetti della vita, comprenderà i piccoli, i mediocri, gli ultimi. Allora sarà grande nel regno dell’Amore, perché permetterà a essi di «fare il nido» o «riposarsi all’ombra dei suoi rami».

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  • Date: 12 Giugno 2021