La Pentecoste dello Spirito
Descrizione

Lo Spirito Santo c'è. Gesù l'ha promesso e Dio l'ha donato alla sua Chiesa il giorno di Pentecoste e tutti i giorni a venire, invocato e trasmesso dai suoi ministri. Lo Spirito Santo ha assistito i credenti, li ha difesi, guidati e consolati nella storia. Li ha riempiti di doni interiori (sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza e timore del Signore − Isaia 11,2) e ha portato frutti come amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Galati 5,22).
A guardare la storia, però, dovremmo pensare a un dono a intermittenza. Non sempre, infatti, i cristiani si sono comportati come un corpo solo, secondo l'immagine ideata da San Paolo. Non sempre hanno rinnovato il miracolo dell'unione e della capacità di comprendersi che il giorno di Pentecoste ha riscattato la Babele di lingue, popoli e razze narrata nella Genesi. Non sempre hanno raggiunto «la fine del mondo», cioè le estreme periferie della terra e dell'esistenza, portando rispetto, risanamento e riconciliazione.
Non è certo colpa dello Spirito. Il suo vento soffia a volte leggero, a volte impetuoso, ma sempre libero e incessante. Occorre che le nostre porte e i nostri cuori siano aperti, e ciò dipende da noi.
Se nelle nostre comunità c'è valorizzazione dei carismi di tutti, considerazione e lavoro per il bene comune, pace e perdono reciproco, lo Spirito ha lo spazio che Dio vuole. Viceversa, dobbiamo metterci umilmente in ascolto, invocarlo ed essere docili alla sua azione. Solo così saremo veri cristiani, degni figli di Dio.

Dettaglio
  • Data: 27 Maggio 2023