Non dimentichiamo che i ministri straordinari della comunione, oltre che per distribuire la comunione durante la celebrazione della messa, sono stati istituiti per portare la comunione, “soprattutto in forma di viatico agli ammalati che si trovino in pericolo di morte, oppure quando il numero degli infermi, soprattutto negli ospedali o in istituti simili, richieda l’opera di più ministri” (Imm. Caritatis, 1). “Particolare valore va riconosciuto in questa prospettiva, al servizio dei ministri straordinari della comunione, attraverso i quali l’eucaristia domenicale giunge a coloro che, impediti per l’età, per la malattia o altro, rimarrebbero altrimenti privi del suo conforto e del vincolo che li unisce alla comunità” (CEI, GdS 14). Questa è certamente un’opera di misericordia che qualifica e porta alle sue origini questo straordinario ministero. E’ inoltre significativo di fronte a tutta l’assemblea il gesto di questi ministri che dopo aver ricevuto essi stessi la comunione, ricevono la teca dall’altare e si recano presso le membra ammalate della comunità.

Un compito che richiede formazione interiore e tanta carità e buon senso e nessuna esaltazione spiritualista. Per questo il ministro della comunione “si deve distinguere per la vita cristiana, la fede e la condotta. Dovrà cercare di non essere impari a questo grande compito, coltivare la pietà verso la SS. Eucaristia ed essere di esempio agli altri fedele con la sua devozione ed il suo rispetto verso l’augustissimo sacramento dell’altare”. (Imm. Caritatis 1, VI). Come per tutti i ministeri ecclesiali, anche il ministro straordinario della comunione non si autonomina, ma è scelto.

Questo ministero straordinario, quindi suppletivo e integrativo degli altri ministeri istituiti, richiama il significato di un ministero liturgico intimamente connesso con la carità e destinato soprattutto ai malati e alle assemblee numerose. Esso impegna laici o religiosi a una più stretta unità spirituale e pastorale con le comunità nella quali svolgono il loro apostolato. Anche questo ministero straordinario richiede una preparazione pastorale e liturgica nella quale si porrà in luce il vincolo che esiste fra il malato e il mistero di Cristo sofferente, fra l’assemblea radunata nel giorno del Signore e la vittoria pasquale sulla morte e sul male, fra l’effusione dello Spirito e l’annunzio ai fratelli della lieta novella di liberazione e di guarigione.
La comunione ai malati, a partire dalla messa domenicale, è una espressione della presa di coscienza da parte della comunità che anche i fratelli involontariamente assenti sono incorporati a Cristo e una profonda esigenza di solidarietà li unisce alla Chiesa che celebra l’Eucaristia. Il servizio dei ministri straordinari che reca il duplice dono della Parola e della Comunione eucaristica, se preparato e continuato nel dialogo di amicizia e di fraternità, diventa chiara testimonianza della delicata attenzione di Cristo che ha preso su di sé le nostre infermità e i nostri dolori
". (Pontificale Romano, Premesse CEI, IV pp. 14-15)