Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l’invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene! Ma non tutti hanno obbedito al vangelo. Lo dice Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo. (Rm 10,9-17)

I tre termini, dottrina catechismo e catechesi, sono usati, spesso
indifferentemente, per parlare di quella educazione che si cerca di dare ai bambini normalmente nel cammino di iniziazione cristiana, cioè per i sacramenti; ma non indicano la stessa cosa.
Dottrina. Con questo termine si intende la somma dei principi della religione cristiana, cioè l’insieme dei dogmi e delle verità della fede, le preghiere e le principali forme di culto che costituiscono il contenuto della fede. Ha un’accezione negativa perché è collegato all’idea di norme
da seguire passivamente e soprattutto perché ricorda l’insegnamento pre-conciliare fatto in forma di scuola.
Catechismo. Anche questo termine si riferisce all’insegnamento cristiano, ma solitamente si intende non tanto il contenuto quanto gli strumenti e la forma dell’insegnamento: il libro del catechismo, i locali del catechismo, l’orario del catechismo.
Catechesi. Questo termine si riferisce specificatamente al contenuto dell’insegnamento, al cammino da compiere per giungere ad una formazione cristiana. La parola “catechesi” significa “far risuonare” e quindi insegnare, informare, ma anche trasmettere e così la usa San Paolo ed intende proprio trasmettere la fede, far risuonare la Parola. Con una terminologia attuale si può dire: catechesi = comunicazione.

Il catechista è quindi un comunicatore.
Fare catechesi vuol dire realizzare l’incontro di due identità: far incontrare Dio, conoscendo e comunicando la Parola, con l’uomo, colui che ha davanti. Se questa comunicazione non avviene oppure se il catechista tiene in considerazione solo uno dei due elementi, il messaggio non passa, non c’è la trasmissione della fede ma al massimo una lezione; non si è fatta catechesi ma soltanto dottrina.
La catechesi allora deve essere:

  • fedele a Dio cioè al messaggio ricevuto, facendo conoscere il vero volto di Gesù
  • fedele all’uomo perché il Vangelo si deve incontrare con la vita. La catechesi non deve cambiare il messaggio ma deve saperlo proporre in relazione alle persone a cui è rivolto, è ovvio che è diverso parlare ad un bambino di 6 anni o ad un ragazzo di 12 e così via, il catechista deve conoscere il destinatario del messaggio
  • aderente al contesto. Quindi il catechista deve conoscere anche l’ambiente in cui i ragazzi vivono, a quale scuola vanno, quali rapporti ci sono fra loro ecc. Ritorna il tema dell’aderenza della catechesi alla realtà in cui ci si trova, la catechesi non è un insegnamento astratto altrimenti non è insegnamento per la vita.
  • adeguata negli strumenti. Occorre prestare attenzione ai mezzi che normalmente vengono usati per comunicare, basta considerare che oggi siamo passati da una civiltà della parola ad una civiltà dell’immagine. Soprattutto occorre adeguare i linguaggi ai nuovi strumenti; usare internet non vuol dire scrivere su un computer invece che su una lavagna, ma richiede che si usi un linguaggio diverso.

Questo comporta un impegno per il catechista per un aggiornamento sia sui contenuti chesulle metodologie; in questo è importante che si costituisca il “gruppo dei catechisti”, cioè che nasca una comunità che:

  • si forma insieme
  • approfondisce i temi evangelici
  • si scambia esperienze
  • non ha paura di tentare strade nuove, correggendole ed adeguandole ai cambiamenti, agli insuccessi
  • è cosciente di essere chiesa, lo manifesta e lo testimonia

Allora fare catechesi è

  • rispondere ad una chiamata, ad una vocazione
  • annunciare il Vangelo, i sacramenti sono tappe del cammino di formazione, non il punto di arrivo, non lo scopo della catechesi,
  • lavorare insieme, torna il tema del “gruppo dei catechisti”
  • testimoniare, ecco il primo e fondamentale strumento per la trasmissione della fede
  • formarsi per poter formare, è quindi necessaria si una formazione metodologica ma soprattutto una continua formazione spirituale e biblica.

Oggi la riflessione sulla catechesi porta sempre più a considerare il ruolo della famiglia nell’educazione cristiana. Indagini sociologiche sulla fede in Italia ci dicono che due sono gli elementi decisivi, molto più del ruolo del gruppo dei pari, per il perdurare della vita religiosa dei ragazzi, soprattutto prima della adolescenza:

  • la testimonianza della famiglia, l’esempio che dà, la coerenza fra l’insegnamento e la sua vita
  • la capacità della famiglia di parlare di religione rispondendo alle domande dei figli, provocandone gli interventi, mai mettendosi in una posizione di insegnamento.

Già il concilio Vaticano II ha scritto: “fra le svariate opere dell’apostolato familiare vi è … … … collaborare alle opere catechistiche“ (Apostolica Actuositatem, n.11)

Nella nostra parrocchia attualmente il gruppo della catechesi è formato da circa ventitre catechisti.
Sono quasi duecento i bambini e i ragazzi che frequentano i corsi in preparazione ai sacramenti dell'iniziazione cristiana.
Durante l’anno, il normale svolgimento delle attività viene intervallato da eventi che mirano a coinvolgere i genitori e familiari dei ragazzi: la festa di benvenuto, le recite e i canti, nei periodi forti del Natale e della Pasqua, la festa in maschera per carnevale, il saluto per la fine del catechismo, raccolte pro-caritas, giornate ecologiche in parrocchia …..e ogni altra occasione che possa coinvolgere i genitori e figli insieme, perché solo attraverso il coinvolgimento della famiglia può esserci vera catechesi. A partire dal 2016, nella nostra parrocchia, il percorso catechetico si è adeguato a quello diocesano: si è passati da una “catechesi scolastica” ad un “cammino di crescita nella Fede”.

Catechisti
Don Gerardo Battaglia
Daniela Nera
Felicetta Pasquazi
Francesca Leli
Giulia Leli
Irene Renzi
Laura Malla
Maria Giordano
Patrizia Albanesi
Rita Bielli